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TERAPIA ORTODONTICA
Spesso viene richiesta per motivi estetici, ma il suo obiettivo fondamentale è quello di ristabilire una corretta funzione dell’apparato stomatognatico. Esistono due grandi famiglie di trattamenti ortodontici.
L'ortodonzia FISSA, cosiddetta perchè impiega apparecchi fissati in bocca e rimovibili solo dal dentista, è in genere indicata in pazienti adulti o in ragazzi in dentizione permanente. Questa terapia, mediante forze meccaniche di fili ortodontici, molle ed elastici, permette il riposizionamento dentale. L'ortodonzia fissa si avvale eventualmente anche di estrazioni di denti sani allo scopo di creare lo spazio indispensabile all’allineamento dei denti malposizionati.
L'ortodonzia MOBILE, che si usa in pazienti in crescita, impiega apparecchi in genere rimovibili per guidare lo sviluppo dei mascellari e favorire il corretto riposizionamento dei denti.
Molto spesso il trattamento ortognatodontico si realizza attraverso una prima fase di terapia mobile come preparazione della bocca ed una seconda fase di terapia fissa: nell’infanzia, di fatto, già durante la primissima dentizione ( 2-3 anni ) possono essere diagnosticati precocemente problemi quali respirazione orale, asimmetrie scheletriche etc.; essendo l’osso in crescita particolarmente elastico, terapie ortodontiche “intercettive” con apparecchi mobili e/o funzionali in questa fase spesso risolvono il problema in tempi brevi, limitando inoltre l’intervento di una eventuale terapia fissa in età adulta.

MOBILE
La terapia ortodontica mobile sfrutta la caratteristica che le suture ossee e le giunzioni mobili siano potenziali zone d’accrescimento “indotto”, che possono cioè essere stimolate a crescere quando richiesto dalla terapia se l’età del paziente lo consente. Di fatto, tramite attivazioni regolari degli apparecchi, si esercita una gentile azione di stimolo della crescita ossea nella direzione utile ad ottenere lo spazio necessario per un successivo corretto allineamento dei denti. Ovviamente, nonostante la comodità di poter essere rimosso durante i pasti e le manovre di igiene, per ottenere i risultati preposti l’apparecchio deve essere portato in bocca più tempo possibile, ed almeno 14-16 ore al giorno. I rigidi canoni di costruzione non impediscono comunque la loro personalizzazione con ad esempio colorazione diverse. Ciò consente al piccolo paziente di sdrammatizzare il gravoso impegno della terapia e di accettarla di buon grado. La maggior parte degli apparecchi rimovibili sono completamente intraorali e quindi assai poco o per nulla visibili. Talora su di essi vengono applicate trazioni esterne, extraorali, in questo caso diventano visibili ma comunque confortevoli.

FUNZIONALE
L'ortodonzia funzionale mediante particolari apparecchi in genere rimovibili (Monoblocco di Andresen, il Bionator di Balters, l’Attivatore di Funzione Frankel) sfrutta le forze muscolari per guidare lo sviluppo dei mascellari nel periodo della crescita e, correggendo squilibri delle basi ossee, favorisce il corretto posizionamento dei denti.

FISSA
La terapia ortodontica fissa agisce mediante l’applicazione di forze meccaniche con fili ortodontici, molle ed elastici per consentire il riposizionamento dentale. Si realizza attraverso l’applicazione diretta sul dente di brackets (attacchi metallici anche detti “placchette”, “stelline” o “piastrine”,..), di bande (anellini di metallo sottilissimo che abbracciano i denti) o di bottoncini. Questi ancoraggi vengono incollati sui denti con l’uso di un cemento specifico e vengono rimossi insieme all’apparecchio, a fine terapia, senza alcun danno per il dente stesso. Sugli ancoraggi vengono poi applicate le forze mediante fili, molle etc. che coordinano l’effetto complessivo del movimento e, passo dopo passo, consentono di ottenere l’allineamento. Nei casi di specifica richiesta estetica si possono usare, piuttosto che in metallo, brackets ceramici, di zirconio o di cristallo, come pure fili appositamente schermati con sottilissime superfici bianche e legature trasparenti.

PRE-POST CHIRURGICA
Le problematiche ortodontiche sono a volte di una tale gravità e/o complessità da richiedere il supporto della chirurgia per restituire estetica e funzionalità alla bocca. Quadri clinici di questo tipo sono numerosi, e la diagnosi precoce può aiutare a ridurne il numero. Ne sono esempio i pazienti con discrepanze trasversali o longitudinali dei mascellari che, essendo ormai giunti a fine crescita, risultano consolidati e non risolvibili con la sola terapia ortodontica. Un palato stretto con morso inverso bilaterale, ad esempio, si risolve solo riattivando chirurgicamente la crescita, ovvero “riaprendo” la sutura palatina mediana e guidando in espansione la guarigione ossea (callo osseo) in maniera da ottenere l’espansione del palato e la correzione del difetto. In genere, questi trattamenti richiedono un periodo di terapia ortodontica fissa preparatoria all’intervento chirurgico e, a seguire, un secondo trattamento post-chirurgico per ottenere un fine allineamento dentale e la perfetta restituzione funzionale della bocca.

 

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